CSSday 2018
Ho parlato al CSSday anche quest'anno.
Non è stata la prima volta: nel 2017 (ti ricordi?) ero vestito da tennista, e nel 2016 invece mi ero cimentato in un rap alla fine del talk. Bei tempi.
L'edizione del 2018, per quanto riguarda i talk e l'organizzazione, è stata a mio avviso la migliore delle tre.
Per quanto riguarda il mio talk, invece, la peggiore.
Sarà per il prossimo keynote
Affronto subito il tema spinoso: il mio talk non è andato bene come speravo nonostante abbia ricevuto dei commenti positivi su joind.in (che, comunque, mi hanno tirato su il morale).
Il video del talk sarà pronto a breve, le slide sono su Speakerdeck.
Di cosa ho parlato nel talk? Del fatto che nel nostro lavoro l'aggiornamento rappresenti qualcosa che va oltre l'umanamente sostenibile. È frenetico. Ed è letteralmente impossibile riuscire a stare dietro a "tutto".
Partendo da questo assunto ho raccontato un talk di Jeremy Keith che si chiede, appunto, secondo quali parametri sia corretto valutare una tecnologia e, successivamente, ho raccontato un talk di Frank Chimero che cerca di trovare dei pattern da utilizzare per orientarsi in questo mondo in costante cambiamento.
Ora, senza dilungarmi ulteriormente su cosa è andato bene e cosa no, mi soffermo su due aspetti a mio parere sbagliati e su due aspetti giusti del talk. Così facendo da un lato evito di deprimermi troppo, dall'altro evito di ripetere gli stessi errori la prossima volta.
Due aspetti positivi
- Sono convinto che il tema fosse azzeccato: sia parlando con gli altri relatori (vedi slide di Violo), sia parlando con i partecipanti alla conf, mi è sembrato che parlare della difficoltà crescente (ed esponenziale) che risiede in ciò che facciamo fosse sentito.
- L'inizio del talk. Ero partito con il piede giusto e con il giochino degli applausi a comando avevo avuto l'attenzione di tutti. La paraculaggine resta un asset importante della mia persona.
Due aspetti negativi
- Struttura. Il talk mancava di struttura. Dovendo raccontare una serie di concetti, per evitare difficoltà espositive è sempre bene dare una struttura semplice e ripetitiva al talk. Ad esempio: illustri un problema, mostri la soluzione, fai un esempio, bigger picture, fai la sintesi. Basta. Poi ricominci: illustri un problema etc etc.
Io ho invece pensato di cavarmela con dei video pseudo divertenti che intervallavano parti del talk non ben organizzate. No Andrea, no no no. - Ansia. L'ansia è da tenere sotto controllo. Di solito (2016, 2017) sul palco sono in grado di gestirla, soprattutto dopo aver chiesto l'applauso iniziale. Quest'anno la cosa mi è un po' sfuggita di mano: prima di salire ero teso come una corda di violino, bevevo come un cammello e (di conseguenza) andavo in bagno in continuazione. Durante il talk non riuscivo a trovare termini corretti, e più mi mancavano quei termini più percepivo dentro di me che il talk non stava andando come volevo, e così facendo mi deprimevo ancora di più e (inutile dirlo) trovavo sempre meno termini corretti. E via in un loop di negatività.
Alla fine ero sudato più di quanto non faccia durante una partita tennis. Tutto per colpa sua: Ansia.
Per la prossima volta mi riprometto di: preparare bene ed esattamente tutto quello che devo dire (dalle battute agli intercalari da utilizzare) e soprattutto di evitare di ripetere a me e agli altri che ho dell'ansia. Ok, va bene condividerlo con qualcuno. Ma non deve diventare un mantra.
CSSday 2018 - The good part
First thing first, l'organizzazione è stata la migliore di sempre: il ritrovato cinema Sarti è una location decisamente migliore rispetto al bellissimo ma non proprio funzionale Museo della ceramica del 2017.
Il catering e la gestione dei momenti di ristoro sono stati degni di una conferenza estera, con file ordinate e a tratti anglosassoni.
Lodi a parte per il cibo del Clandestino che, rispetto a quello presente in una qualsiasi conferenza estera, era superiore di diversi ordini di grandezza.
Possiamo dire, inoltre, che il GRUSP era a pieno regime per questa edizione del CSSday. Bravi.
Facce nuove
Poi, la platea rinnovata. Infatti, mentre tra gli speaker molte facce erano note (parecchie le stesse dell'anno precedente – tra cui il sottoscritto), gli attendee mi sembravano per gran parte rinnovati (e di solito succede il contrario).
Speaker migliorati
Sarà la location, sarà che c'era più esperienza da parte di tutti, sarà il cibo buono, sarà quel che sarà: secondo me i talk di quest'anno erano di un livello un tantino più alto di quelli del 2017. Migliori i temi, migliori le grafiche, migliori le presentazioni (tranne il keynote 😅).
Note di merito e talk da segnalare
Le note di merito e i talk da segnalare quest'anno se le beccano Carmine Alfano e la coppia Zinetti/Di Pumpo.
Carmine Alfano ha fatto un talk simpatico e interessante sulle media query livello 4 e 5. Come lo scorso anno (coraggiosissimo talk su Bootstrap), è andato sul palco senza paura e, con una spontanea simpatia, ha portato a casa una talk carino, utile e divertente.
Giacomo Zinetti ha tenuto, secondo me, il talk migliore della giornata - chiaro e completo. Tema: animazioni. Credo che lui sia come Matteo Cavucci qualche anno fa: a mio parere potrebbe salire su palchi di caratura internazionale senza problemi.
Davide Di Pumpo si aggiudica il premio intrattenitore: oltre ad essere bravo e preparato, ha il pregio di riuscire a entrare in contatto con il pubblico e tenerlo attivo e presente anche dopo (un ottimo) pranzo. Solo lui sa come fa. Bravo.
Aspetti migliorabili
Per assecondare il disagio dello sviluppatore, devo elencare anche due aspetti che si potevano migliorare.
Anzi, siccome mi sono già lamentato del mio talk, un solo aspetto migliorabile sarà sufficiente.
Meno JavaScript
Ok che ci occupiamo di web e il web è fatto da HTML, CSS e JavaScript.
Ok che il CSS viene spesso generato da altri linguaggi.
Ok che non condivide con altri linguaggi caratteristiche e peculiarità.
Ok tutto...
Però forse il JavaScript nella seconda parte della conferenza poteva essere un po' meno. Alla fine siamo al CSS day. E anche se possiamo dire che è un linguaggio semplice, spesso proviamo sulla nostra pelle che non è esattamente facile. Anche senza JavaScript.
Quello che non ti uccide ti rende più forte
Finite le lamentele (sono durate un weekend, più questo post), ci rimbocchiamo le maniche.
Il mio lavoro è altro, ma questa storia del parlare alle conferenze non la lascio mica stare. Anzi, voglio continuare a farla e a migliorare.
C'è una conferenza all'orizzonte – per adesso non posso dire quale – che sarà il prossimo banco di prova.
E questa volta ho deciso che sarà lo spirito di Barak a guidarmi.
Mic drop in arrivo.