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Viaggetto 2025 - Da Bologna a Cavriago!

Scrivo queste righe da Bologna, probabilmente terminerò dal regionale che mi riporterà a casa.

Gli ultimi due giorni non ho aggiornato il blog perché ero con amici e a mangiare bere e ridere.

Alla fine due cose sono successe: 1 Claudio si è unito alla spedizione riformando il trenino sardo e 2 siamo arrivati a Cavriago! 

Faccio una sintesi di quello che è successo in questi giorni

Io, Massi e Claudio  davanti la meta

Da Arezzo a Prato a Bologna

La ciclabile Arezzo-Firenze l’ho fatta almeno tre volte, corsa e quattro. È molto carina e si sviluppa sull’argine dell’Arno (spero di non dire fesserie) a 2,5 forse 3 metri di altezza rispetto il livello del fiume. 

L’avventura di giornata

Io e Massi stavamo procedendo felici e sereni verso il capoluogo toscano quando taaac, incontriamo un cancello da lavori in corso. Ouch. Ci avviciniamo e proviamo a capire se era una cantiere per modo di dire o davvero una cosa impercorribile.

Mentre ci avviciniamo al cancello notiamo delle borse da bici appese. Mh.
Ci fermiamo e giù, sotto dall’argine dove stavamo pedalando c’era una ragazza che provava a passare sotto il cancello con tutta la bici. Strisciando per terra. Okkk.

Dopo averla aiutata ci ha raccontato che era in viaggio da Bologna a Arezzo e poi avrebbe deciso. Da sola in bici dalla Germania.
Ok tutto, ma ‘sto cantiere è percorribile? Sì ma mo mi, non si capisce.

Amen, proviamo lo stesso. Facciamo passare le bici sopra il cancello e poi passiamo sotto modalità ciclista-tedesca e in un lampo siamo dall’altro lato. Procediamo e taaaac, un cantiere grande come una piazza d’armi. Lo scavalchiamo affondando ruote e piedi nel fango e siamo dall’altro lato (yeeee).

Se non c’è un guado non è un viaggio

Tempo altri 10 minuti di ciclabile e taaaac, altro cantiere. Olè. Procediamo e taaac, questa volta non c’era bisogno di aggirarlo: la strada comunque non proseguiva. C’era un guado da fare.

Carichi come due adolescenti ci togliamo scarpe e calzini e guadiamo. Era bassa che forse valeva la pena riprovare a farlo in sella. Ma vabè, possiamo dire di aver guadato.

Deviazione Bologna

Pedaliamo e arriviamo a Firenze. Avevamo un collega in gita fuori porta e lo incontriamo per un gelato. Poi ripartiamo per Prato.
Facendo un po’ di analisi con incastri di giri/percorsi/distanze/dislivelli/tappe/meteo abbiamo deciso di andare a Bologna in treno. Poi capiamo da li come continuare.

Giro di chiamate e chi si offre gentilmente di ospitarci? Claudio! La Lepre di Boccadifalco con cui abbiamo girato la Sardegna. Grande Claudio. Claudio adesso pedala come un treno. Treno Frecciarossa.

E quindi dalla ridente Prato prendiamo un tacito per Bologna e poi ospitati come due principi da Claudio e Nadia (<3 <3 <3). Satolli, brilli, e stanchi andiamo a dormire sapendo che il giorno dopo avrebbe piovuto.

Io e Massi sopra un ponte

Nuvolo ma ancora asciutti

Un borgo in Toscana

Tutti belli i borghi ma vatti a ricordare i nomi

Massi che passa sotto una recinzione di metallo

Agile come un gatto

Il cantiere che abbiamo attraversato

Piccolo cantiere

Massi con la bici che attraversa il cantiere

Fango fino alle caviglie

Massi mentre guada il fiume

Acqua di fiume per ripulire il precedente fango. Funziona tutto.

Focaccia unta con prosciutto cotto e pecorino

Premio post-avventura

E venne la pioggia

La mattina di sabato ci siamo svegliati freschi e riposati (Claudio <3). Solo una cosa ci tratteneva dal fare l’ultima tappa: la pioggia incessante. 

Il fatto che fossero 80km e rotti di pedalate di provinciali, con annessi camion e autobus, sotto la pioggia, tutti in pianura anche non aiutava gran che.

Dopo una serie di vado/non vado abbiamo deciso di andare: non potevamo abbandonare Piazza Lenin, Orietta, gli Offlaga dopo tre giorni di pedalate.

Ed ecco che vien fuori il campione di Claudio: “vengo anche io!”. Il richiamo della provinciale non dei può ignorare.

Chi mi ama mi faccia la scia 

Massimiliano ha chiosato correttamente la nostra motivazione del giorno “bravo lui a metterci in testa ‘sta cosa di Cavriago che ‘co sto tempo di merda era solo da stare a casa”. Io la Giovanna D’Arco delle missioni ciclistiche della bassa emiliana.

Arrivati alla statua di Lenin, fatto il selfie di rito, mangiato un boccone, siamo ripartiti con rinnovata motivazione alla volta del regionale che ci avrebbe riportato a casa. L’altro che Giovanna D’Arco! 

Io, Massi e Claudio davanti il cartello del comune di Cavriago

Mai cartello fu più atteso

Io, Massi e Claudio  davanti la meta

Io Massi Claudio e Vladimiro

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Quando piove a dirotto è un piacere mettersi in viaggio 

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Claudio king dell’organizzo

Note/curiosità

Polacchini top

Per paura del freddo ho usato delle scarpe da bici che uso solo con la neve solitamente. Sì sono rivelate super adatte. 

Questi i polacchini

Tastiera batte iPad 

Mi sono portato l’iPad per aggiornare il blog negli ultimi 2/3 viaggi. Alla fine sono giunto alla conclusione che è sufficiente portare solo la tastiera esterna (vero vale changer) e usare l’iPhone. 

Ho portato a spasso l’iPad per niente.

Questa la tastiera (pesa 180g)  

Numeri

Venerdì (Arezzo - Prato)

Distanza: 114km
Dislivello: 720m
Tempo in sella: 5h 28’ 

Sabato (Bologna - Cavriago)

Distanza: 81km
Dislivello: 50m
Tempo in sella: 2h 56’ 

Totalone (con stima iniziale)

Distanza: 433km (stimati 524km)
Dislivello: 3660m (6400m)
Tempo in sella: 20h 28’

Il taglio Prato-Bologna in treno mi ha risparmiato un bel pezzetto di fatica. Sono il solito sfaticato.


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Muri di Bologna da sempre fonte di ispirazione <3

Momento promozione

Bello ‘sto sito eh, ma me lo dimentico tra meno di subito

Ti capisco amico mio. Neanche io mi ricorderei di me. Per questo ho fatto una pagina about e creato una newsletter che uso per avvisarti quando pubblico qualcosa di nuovo. Metti che ti fa comodo.

Una newsletter? Sì: email molto brevi, molto di rado (la stessa frequenza con cui pubblico), e puoi cancellarti quando vuoi. Non mi offendo.

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