dConstruct 2022 - Un'ultima volta
TL;DR
Sono stato all'ultima dConstruct, una conferenza organizzata da quei diavoli di Clearleft (in particolare questa era seguita in prima persona da Jeremy Keith). È stata magnifica. Era tutto pianificato ed eseguito al meglio, come al solito.
Contenuti interessanti dal primo all'ultimo e un'esperienza progettata apposta per farti sentire ispirato da profili originali e interessanti. Il mondo indie – in questo caso da intendere come le agenzie web indipendenti e gli eventi web indipendenti – sono l’ultimo aspetto che mi coinvolge ancora emotivamente nel web.
Un’ultima volta
Devo parlare al passato: dConstruct è stata una conferenza a Brighton sull’aspetto più culturale-sociale del web. È andata avanti per dieci anni fino a quella che sembrava l'ultima edizione nel 2015.
Nel settembre 2020 doveva esserci un'ultima edizione, una sorta di riuniamoci ancora un'ultima volta, in nome dei bei tempi andati. Pensa che avevo comprato il biglietto con un super sconto nel settembre del 2019. Poi è successo quello che è successo e solo il weekend scorso la conferenza ha avuto effettivamente luogo.
Come ogni edizione c'era un tema. Quest’anno era la digital transformation ma come ogni anno il tema era da interpretare in maniera ampia.
Va mo là che organizzo
Jeremy Keith, mio personale idolo per tutto quello che riguarda il web, ha organizzato una lineup a suo piacimento (dichiarato esplicitamente) varia ed intensa.
Unico palco (così non devi scegliere), due talk alla volta e poi pausa (così non ti distrai). Carico cognotivo giusto e sensazione di aver assistito a delle knowledge bombs che poi vanno digerite con calma.
Proprio come ai vecchi tempi no sponsor, no talk aziendali e no sportina di gadget-paccottiglia che finisce direttamente nella spazzatura. Inoltre poi in pausa pranzo con alcuni partecipanti abbiamo notato che non c’è stato alcun riferimento ai social network. Una volta era tutto un “usate questo hashtag” 🥹
Le tracce audio dei talk, come da tradizione, saranno disponibili sul sito archivio della conferenza.
Zero organizzazione sul cibo. Per fortuna (siam sempre in Inghilterra).
Sui talk
Devo dire che tutti i talk erano molto validi. Faccio una carrellata di sintesi: Che fine ha fatto Flickr e che ruolo vogliamo dargli nella nostra società. Spoiler: adesso è una fondazione. Scrittrice di fantascienza – che di solito mi attira zero – che racconta come trova ispirazione e cosa la motiva ad andare avanti. Non ho pianto solo perché hanno acceso le luci e c’era la pausa caffè. Calligrafo pazzesco, tra i più famosi del mondo (Instagram), che racconta le sue vicissitudini da nerd della grafia. Pazzeschi i suoi lavori, lui e le sue vicissitudini (della serie “e così mi sono ritrovato a fare la pubblicità per l’iPad”).
Imprenditore web stra famoso (hai presente Slack? Ecco uno dei soci iniziali) che si pone come obiettivo salvare 100 milioni di vite in 30 anni. Curiosa parentesi della storia recente inglese dove hanno fatto esperimento si larga scala su bambini. E hanno provato a cambiare la scrittura della lingua inglese (fallendo). Mix di storia dell’informatica con riferimento a tutte le personalità del web, per parlare poi dell’aspetto militare delle organizzazioni, dell’aspetto architettonico, per poi raccontare come applicare questi aspetti alle scelte di UX. Ancora i laser di Seb Lee-Deisle (per carità, bravissimo eh). E poi talk di chiusura più “alto” su come percepiamo il mondo è come possiamo condividere collettivamente esperienze personalissime e ai limiti delle allucinazioni.
Dovessi elencare le cose che mi hanno colpito di più direi:
- Come stanno cercando di cambiare il ruolo di Flickr da “sito” abbandonato a patrimonio collettivo da preservare nel tempo. Si paragonava a un World Heritage Location (con tutti i doveri che questo comporta).
- Per forza di cose il tipo bello ricco e famoso che si da come obiettivo salvare 100 milioni di vite in 30 anni (!!!). Nella foto. Sito: Simple.org
- Gli highlight della storia dell’informatica presentati con un ritmo e un pathos paragonabili ad un film d’azione.
Sull’Inghilterra
Appena ho messo piede in Inghilterra è morta la regina. Della serie: porti fortuna.
Brighton, per quanto pare sia un po’ snobbata dai local, è sempre carina, frizzante, piacevole. Il posto che pare sia hype in questo momento è Hastings (1 ora di treno a est di Brighton).
I mezzi pubblici, che pian piano stanno diventando una passione, sono mostruosamente efficienti. Tutti gli autobus (quelli a due piani) comunicavano la posizione in tempo reale a Google Maps, avevano il pagamento con la carta contactless, e il WiFi funzionante a bordo. Ogni mezzo era dedicato a una personalità del luogo che aveva fatto qualcosa di buono per la città e, ultimo ma non ultimo, TUTTI salutano l’autista quando entrano e lo ringraziano quando escono. Roba che se fossi l’autista dopo un po’ mi darebbe pure fastidio.
Chiudo sul cibo. Non posso non condividerlo: ho fatto una cena in un posto di pesce carino, suggerito da locals. Prendo un’orata. Vuoi sapere cosa c’era insieme all’orata e al condimento dell’orata – che era anche buona – nel piatto? Una fetta di prosciutto sopra un uovo in camicia 😳😱😵💫🥳
Mi manca il From the Front 😢