Io non voglio cambiare provincia - Primo tentativo
Non ricordo esattamente tutti i dettagli di come andò il primo tentativo di traversata. Ricordo com'era iniziata e com'è andata a finire, quello sì. Per il resto ho ricordi vaghi.
Ho cercato anche tra le foto sperando di trovare qualche spunto e... niente, ne ho trovate giusto quattro, di cui due simili.
Per dare un senso alle foto e al contesto in generale, ho cercato tra tutte le chat dell'epoca e da lì sono partito a ricostruire. Quindi scrivo queste righe man mano che trovo informazioni. Vado in ordine sparso.
L'obiettivo me lo ricordo bene: traversata Bologna - Martinsicuro da fare in giornata. Partire all'alba e al tramonto suonare il citofono di nonna.
Unica cosa certa: il tracciato di Strava.
Grazie a questo posso già ricordare un paio di dettagli non da poco. Ad esempio il fatto che sono partito da Lugo e non da Bologna.
Partenza da Lugo, non da Bologna
Dicevo che ero partito il 26 marzo 2016 alle 6:19 da LUGO.
Come mai Lugo? Perché parto da casa di Beppe. Beppe è sicuramente più navigato di me sul tema bici e ha avuto l'idea di partire proprio quel giorno perché – iniziano i flashback – il giorno prima ero a Faenza per il CSS day! Quella volta che reppai! Ora ricordo. Io accettai anche se togliere un po' di km alla tappa completa un po' mi dispiaceva (LOL).
Il programma era: andare a Faenza, parlare alla conferenza, la sera da Beppe e la mattina partire insieme in direzione Abruzzo (per lui era una distanza fattibilissima in un giorno).
Tutto procede secondo programma fino a quando stiamo per metterci a letto.
"Mi sento la febbre" 🤒
Colpo di scena, Beppe si sente la febbre. Possiamo far poco: prende due aspirine (o simili) e va a dormire sperando si riprenda.
Puntuale: mattina con febbre a 38.
Tocca partire da solo in direzione sud. Massì che vuoi che sia, è tutto dritto!
Qui sotto la foto di me che faccio l'idiota prima di mettermi in viaggio.
Torno a caccia di indizi e reperti dell'epoca.
Screenshot della chat con Beppe di quel giorno.
Altro ricordo: ho scelto di fare più possibile il lungomare pensando di godermi almeno la vista e evitando così dubbi sulle strade.
Tutto molto carino. Un po' piatto ma molto carino.
In bici in autogrill 🚗 🚴🏼♂️ 🚛
Fino a Senigallia tutto ok (vedi sopra). Dopo Senigallia ho realizzato qual è la città che meno mi piace in Italia: Ancona.
Per entrare in Ancona (perché si entra IN Ancona e non AD Ancona), il disastro.
Il lungomare di Senigallia ad un certo punto finisce e inizia la zona industriale di Ancona.
Allego una foto per rafforzare l'immaginario della zona industriale di Ancona.
Onde evitare di trovarmi davvero dentro la raffineria, scelgo malauguratamente di prendere la Strada Statale 16.
L'idea era: è una strada che arriva fino a Martinsicuro, la prendo giusto per uscire da Ancona. Alle brutte vado sempre dritto e sono arrivato. Ok non sarà il lungomare ma che vuoi che sia.
Allego altro screenshot di una conversazione questa volta con la mia ragazza 🐯:
Quale parolaccia l'ho detta 🤬
Miseria ladra la SS16 all'altezza di Ancona diventa un'autostrada. Strade sopraelevate con piloni di cemento, zero marciapiedi, e a completare il quadro gli autogrill. Tutto questo dopo 170km di pedalate e con il telefono che sta per morire.
Mi ricordo ancora quando sono entrato nell'autogrill, il barista mi fissava prima ancora di entrare. Non appena ho varcato la soglia d'ingresso mi fa "te hai sbagliato strada, vero?". E io sommessamente "sì..."
"Ah l'anno scorso è passato un tedesco come te, in bici. Ha avuto paura ad andare avanti ed è tornato indietro!".
Effettivamente andando avanti c'erano (pure) le gallerie. Apposto.
Ricordo che sommando la strada sbagliata con ritardo sulla tabella di marcia, il telefono scarico, la noia nel pedalare, decisi di andare a prendere il treno e decretare il fallimento della traversata.
Ultimo screenshot questa volta dalla chat di lavoro:
Ci riprovo l'anno prossimo
Alla fine andai a casa dando la colpa ad Ancona e al relativo sistema stradale, convinto che per pura malasorte non fossi riuscito nell'impresa.
Rasserenandomi con un "ci riproverò l'anno prossimo, tanto posso sempre farlo in giornata", salii sul treno e tornai dai miei.
L'anno seguente sono partito forte di questa prima esperienza e andò tutto diversamente, tranne l'epilogo.