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Io non voglio cambiare provincia - Terzo tragico tentativo

Mi sforzo a scrivere anche il terzo, tragico tentativo di tornare a Martinsicuro in bici.

Qui ci sono stati il 90% degli errori umanamente possibili nel preparare un viaggio in bici. Tutti sintetizzati in un unico viaggio. Direi quasi un'opera d'arte a suo modo.

Per andare di fretta scriverò delle gran liste. Sarebbe il colmo fare tardi per documentare un tragitto fallimentare che poi a sua volta mina un altro tragitto rischiando di renderlo fallimentare (... il meta-fallimento?)

Disclaimer: ho scritto di fretta. Se trovi errori e me li  segnali via email ti mando una cartolina. Giuro.

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Come NON preparare un viaggio

  • Non ho un ciclocomputer. Chi ha bisogno di un ciclocomputer quando hai uno smartphone?
  • Il mio smartphone ha la batteria fottuta. Ho una custodia scrausa con batteria esterna incorporata. Succede che la mattina del viaggio, causa custodia scrausa, il telefono sarà carico solo per metà.
  • Pianifico il viaggio, che dura più giorni, in unico grande tragitto GPX. Da visualizzare sul telefono. Risultato? L'altimetria di un percorso lungo 500km sintetizzato in 8cm di spazio. Non avevo idea se davanti a me avevo una salita una discesa, né quanto sarebbe stata lunga.
  • Baso la lunghezza delle tappe sulla base delle distanze che sono solito fare la domenica sui colli.
  • Pianificare le tappe, con i giorni contati, in base a "qui è più bello". Esempio: "parto da Firenze" senza considerare che per uscire da Firenze c'è una salita che ti viene da piangere solo a vederla.
  • Contanti? Chissene, tanto ho la carta.
  • Vestiti? Eh beh un paio di cambi me li porto. Così come tante altre cose sueprflue.
  • Errore più grande di tutti: dare per scontato che con una bici da corsa tutte le ciclabili vanno bene.
Arezzo

🥵

Come NON fare un viaggio

  • Vado in treno a Firenze. Dormo. Parto all'alba. Dopo 10km mi accordo che mi fanno malissimo le gambe, che la bici è pesantissima, e che la mia pianificazione è totalmente falsata (avevo pianificato di fare ~120km). Dovevo arrivare per – massimo – le undici a Cortona, inizio ad avere dubbi sulla fattibilità vera e propria.
  • Insisto, vado avanti. Dopo Firenze inizia una super ciclabile. Fatta di pietre GRANDI. Non bastasse, mi ritrovo ogni tanto dei muri di salite alti così davanti. Senza il minimo di preavviso mi ritrovo a scendere e spingere la (pensatissima) bici. Il tempo passa. Siamo al 10 agosto. Fa un caldo cane.
  • Finisco l'acqua. Al primo bar finisco anche i contanti.
  • Passo in un paesino e decido di non fermarmi perché sono in ritardo. Maledetto me. Il caldo è talmente alto che fa riscaldare il telefono che va in blocco. Continuo a pedalare, sbaglio strada. L'unico bar aperto non accetta la carta. Non so perché non ho la faccia tosta di chiedere comunque dell'acqua.
  • È ora di pranzo, è sabato 10 agosto, non c'è nessuno in giro. Finisco nel frutteto più grande che abbia mai visto. Infinito. La mia bici ha le ruotine sottili sottili e mi ritrovo a passare nelle strade di fango secco dove passano trattori. Non ci passerei neanche con una moto da cross e ci sto passando con delle ruote da 23mm. Per la sete prendo e mangio qualche pesca direttamente dall'albero (garantisco che la ditta Illuminati produce frutta buonissima).
  • Prendo per disperazione la prima provinciale che mi capita a tiro. Seguo i cartelli direzione Cortona. La mazzata finale: Cortona è su una salita assurda. Io sono alla frutta (questa volta nel senso metaforico).
  • Il telefono riprende vita. Ultimi momenti di vita prima che muoia definitivamente. Prima trovo la strada con meno pendenza per arrivare il più possibile vicino a dove devo dormire. Ci arrivo con pause continue e dopo aver finito tutte le barrette. Arrivato sotto la salita finale mi rifiuto: non ce la posso più fare,  non ho più energia. Chiamo il posto e chiedo se possono venirmi a prendere. Risposta: "Ma io sono da sola qui  sicché non posso lasciare per venire a prenderti". Miseria ladra.
  • MI riparo dietro 30cm di ombra di un cancello di una villa. Senza averlo previsto sono 8 ore che pedalo. Unico colpo di fortuna: dietro il cancello ci sono delle donne che stanno facendo le pulizia nella villa. Le chiamo da fuori. Spiego gentilmente che se non mi danno dell'acqua possono chiamare direttamente un'ambulanza. Mi guardano e mi fanno "Ma 'ho 'sto 'haldo in bicihletta? Ma te sei pazzo". Poi  mi danno dell'acqua. Ancora mi ricordo che era una San Pellegrino frizzante. Per me era come se mi avessero dato un milione di euro.
  • Mi armo delle ultime forze e affronto a piedi l'ultima salita. Arrivo in albergo. Chiamo la mia dolce metà, chiamo casa, e svengo sul letto. Domani prendo il treno e torno a casa.
Traversata 4
La bici sul treno e la coda tra le gambe

L'umiliazione finale

Sul treno per tornare a Firenze per poi tornare a Bologna. Vagone bici.

  • Prima fermata. Sale un ragazzo anche lui in bici. Aveva una bici che sembrava avesse fatto la guerra. Bagalio come se dovesse cambiarsi giusto un paio di scarpe. Mi chiede se ero in viaggio, dove sto andando. Sorvolo. Gli chiedo lui dove sta andando e da dove viene. È in viaggio da QUATTRO MESI. Solo con quella roba lì. È partito da Londra, è volato in Austria. Poi da  lì è  andato verso i Balcani.  Svolenia. Croazia. Serbia. Montenegro. Albania. Poi arriva la ragazza da Londra per pedalare un mese con lui. Poi di nuovo Montenegro.  Di nuovo Albania. Il confine Albanese in un mese lo ha attraversato sette volte. Poi si è imbarcato per Bari. Poi fino a Napoli. Poi non gli è piaciuta la strada (te credo!) e ha iniziato a risalire in treno. Prima Roma, poi ancora treno in Toscana.  Stava andando a Bologna per rimbarcarsi per Londra. ...Tu invece dove hai  detto che vai? Chi io? No, io ero solo curioso di vedere come funziona il treno.
  • Seconda fermata,  la mazzata finale definitiva. Sale un ragazzino di 13 anni in bici. Con le borse. Dopo lui, suo padre. In carrozzina. Inizio a sentirmi male dalla vergogna. "Da dove venite?". Lui sorridendo "Da BARCELLONA". Siamo un po' all'avventura, ho questo motorino elettrico sulla carrozzina ma a Firenze per andare a vedere un posto su una collina  mi sono cappottato e l'ho mezzo rotto. Ora devo andare a Venezia per ripararlo ma ho visto che c'è una ciclabile da Torino a Venezia. Proviamo a prenderla. Tu invece?

Basta voglio scendere, è una tortura peggio di ieri.

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Sorridevo ma l'umore era sotto i piedi

Momento promozione

Bello ‘sto sito eh, ma me lo dimentico tra meno di subito

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